Pensione quota 100 e quota 41 sono due punti delle riforma della legge Fornero sulla previdenza italiana che sta smuovendo sia opposizioni interne che esterne e partire da Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea.
Quota 100 e quota 41
Ricordiamo che la riforma quota 100 consiste nella possibilità di andare in pensione con la somma di età anagrafica ed età contributiva pari a 100. Riforma che, secondo quanto riferito da Luigi Di Maio, potrebbe già essere presente nella prossima Legge di Bilancio.
A differenza, invece, di quota 41 la cui attuazione potrebbe anche ritardare per questioni legate alla copertura finanziaria.
Lle penalizzazioni causate dal possibile paletto di 64 anni e 36 mesi per la quota 100. che penalizza tantissime persone, “perché presuppone il ricalcolo contributivo di tutto il montante e una carriera lavorativa molto costante, introducendo livelli che pochissimi lavoratori possono raggiungere, disoccupati, cassaintegrati, invalidi, chi fa lavori gravosi, chi assiste persone non autosufficienti, tutte categorie che addirittura andranno peggio di prima, perché l’Ape sociale comunque garantiva a una certa platea l’uscita a 63 anni”.
La situazione nella scuola
ItaliaOggi ha stimato il numero di personale della scuole che andrebbe in pensione, qualora venisse approvata la misura relativa alla quota 100, a partire dal 1° settembre 2019.
Si tratta di circa 100.000 docenti e 47.000 ATA, come si evince dalla tabella elaborata da ItaliaOggi:
Da sottolineare che, nella succitata stima, non si è tenuto conto di coloro i quali potrebbero andare in pensione ricorrendo all’Ape sociale, all’Ape volontaria., all’opzione donna o alle norme sui precoci e sui lavori usuranti.